giovedì 24 novembre 2016

REFERENDUM COSTITUZIONALE, Italiani all’estero. La situazione è grave e purtroppo anche seria.

di Rodolfo Ricci
Si susseguono attacchi scomposti del fronte del sì, tra toni intimidatori, accenni di voto di scambio, e tante bugie.
Nessuno avrebbe potuto immaginare, qualche mese fa, che la campagna referendaria all’estero avrebbe portato ad uno scontro così duro. Il fronte del SI all’estero, costituito, essenzialmente dai comitati elettorali dei deputati eletti all’estero del PD, ha lanciato da alcune settimane una feroce offensiva mediatica contro tutti coloro che sostengono le posizioni del NO.
Attenzione ad un fatto: non si sono scagliati solo contro il NO in generale, talvolta utilizzando argomenti da bar dello sport, ma hanno preso di mira alcuni soggetti, singole persone e singole organizzazioni, tra cui la Filef nazionale e chi la dirige (che avevano reso pubblica la propria posizione da mesi, senza che nessuno avesse fatto alcuna obiezione di merito), solo dopo che, iniziata la campagna, hanno visto proliferare le adesioni al NO sui social network , attribuendone la causa a chi, insieme al comitato nazionale per il NO, stava facendo il suo dovere civico: cioè contribuire ad informare gli italiani nel mondo e a sostenere le ragioni del NO, dando, quantomeno, un contributo di confronto democratico a questa consultazione.

mercoledì 16 novembre 2016

“Che cos’è l’emigrazione: Scritti di Paolo Cinanni”

di Rodolfo Ricci
Ricorrono i 100 anni dalla nascita di Paolo Cinanni (Gerace, 25 gennaio 1916 – Roma, 18 aprile 1988); calabrese, emigrato e figlio di migranti, combattente partigiano, militante comunista, dirigente delle lotte per la terra nel dopoguerra; sempre a fianco dei contadini meridionali anche nella loro forzata trasformazione in migranti nel corso di tutto il ‘900 e, anche per tutto ciò, fondatore, insieme a Carlo Levi, della Filef.
Nelle loro intenzioni la federazione doveva tutelarne i diritti e contribuire a formare una coscienza che – attraversando un lungo tempo storico, inframezzato dagli esiti peraltro negativi dell’unità d’Italia con l’accentuazione, anziché la riduzione, degli squilibri tra nord e sud –  recuperasse il protagonismo delle masse meridionali nella loro nuova funzione di operai emigrati delle grandi fabbriche del nord Italia e dei paesi nord europei e transoceanici, in una prospettiva di riscatto e unità di tutti i lavoratori.